Sequestrati 90 esemplari di avifauna viva e morta e denunciate oltre 30 persone per caccia di specie non consentita. E’ questo il bilancio della prima fase dell’Operazione Pettirosso avviata lo scorso 30 settembre e conclusasi proprio in questi giorni, tra le valli del Bresciano (Val Trompia, Val Sabbia, Valle Camonica).
L’attività antibracconaggio, a tutela dell’avifauna in volo lungo una delle più importanti rotte migratorie del nostro Paese, è condotta annualmente dal Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) dalla fine di settembre alla metà di novembre, periodo di apertura della caccia, in occasione del passo più cospicuo di uccelli minatori.
Tra i volatili vittime del bracconaggio c’è un lungo elenco di specie: pettirossi, capinere, lucherini, passere scopaiola, ed altri ancora, alcuni dei quali liberati, tra le valli del Bresciano, mentre altri sono stati affidati alle cure del Centro Recupero Fauna Selvatica “Il Pettirosso” nel modenese.
Alcuni dei responsabili dell’attività illecita, inoltre, sorpresi in flagranza e privi di licenza di caccia, sono stati denunciati per furto aggravato ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato, novità importante che rende più pesante il quadro accusatorio nei confronti dei trasgressori.
Sotto sequestro sono finiti anche 4 fucili, 1 richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, 29 reti, 146 trappole tipo “sepp” (tagliole in ferro con scatto a molla) e 179 archetti (micidiali trappole realizzate con ramoscelli curvati a ferro di cavallo).
Continua incessante l’attività di antibracconaggio della Forestale, al fine di contrastare i reati in materia venatoria, tutelando la biodiversità e l’avifauna protetta.