L’Arci Caccia nazionale, dopo aver tentato in tutti i modi di disinnescare il processo unitario avviato in Toscana con la costituzione della Confederazione Cacciatori Toscani, esce dalla FeNaVeRi, il raggruppamento nazionale di associazioni venatorie che dell’unità del mondo venatorio aveva fatto la propria bandiera.
Il motivo ed il senso della battaglia congressuale di tutta la presidenza regionale dell’Arci Toscana, di nove dei dieci presidenti provinciali e delle dimissioni in blocco del gruppo dirigente, fatte salve poche eccezioni, è oggi chiaro a tutti.
L’attuale gruppo dirigente dell’Arci Caccia nazionale è responsabile della rottura consumata di fronte ai cacciatori; responsabile di aver avvilito una storica battaglia per il futuro della caccia nel nostro Paese trasformandola in una misera guerra personale per la sopravvivenza dell’organizzazione.
Risibili le motivazioni addotte per mascherare interessi di bottega, prendendo di mira l’esperienza della Confederazione cacciatori Toscani, uno dei punti più alti del processo di unità del mondo venatorio ma avendo come bersaglio reale un gruppo dirigente coraggioso e proiettato al superamento delle logiche di potere e della spartizione di posti e prebende.
L’uscita dalla FeNaVeRi è la dimostrazione di quanto poco interessi all’attuale gruppo dirigente dell’Arci Caccia nazionale della caccia, del mondo venatorio e della costruzione di un progetto comune. Oggi che questa volontà si rivela pubblicamente, non possiamo che rammaricarci di aver condiviso l’ultima parte di una lunga storia con dei professionisti della finta, con dei prestigiatori il cui unico mestiere era menare il can per l’aia per passare la nottata affinché il traguardo unitario rimanesse ciò che è sempre stato: un miraggio utile solo per parlarne.
Noi dell’ARCT – che siamo stati parte fondamentale dell’Arci Caccia Toscana – siamo fieri di aver salvato l’onore e l’intelligenza politica di un’
Associazione che ha scritto pagine fondamentali della caccia toscana e nazionale. Per questo, nella CCT, continueremo a lavorare per costruire la Casa comune dei cacciatori e per rafforzare le ragioni e la cultura della caccia nella società.
La verità è sotto gli occhi di tutti; ora la scelta ai cacciatori, per far vincere chi crede nell’unità e vuol lavorare per il futuro della caccia.
Siamo certi che il buon senso e la forza dei fatti sapranno orientare i cacciatori nella giusta direzione: quella dell’unità e di chi l’ha costruita con tenacia, serietà e disinteresse personale.
ARCT