“Mi pare che in provincia di Reggio Emilia vi siano due soli Centri di lavorazione selvaggina: uno ad Albinea, l’altro ai confini col Modenese. Ho subito pensato che a Castelnovo sarebbe, dal punto di vista logistico e strategico, il posto giusto per aprirne uno”.
Così Umberto Gianferrari, ecoselettore castelnovese e consigliere Federcaccia del circolo di Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, lancia la proposta di un centro per la lavorazione di selvaggina. “Ma sul tema – si legge su La Gazzetta di Reggio – interviene anche il presidente dell’Atc montana, Ferruccio Solvetti, che esce allo scoperto e spiega che il progetto è già stato stilato e portato avanti dallo stesso Atc, che sta discutendo con gli enti locali”. Un progetto che si spera vada a buon fine, visto che sarebbe utilissimo per i cacciatori avere celle a temperatura idonea per la frollatura delle carni. “Inoltre – spiega Gianferrari – il consumatore che siede al ristorante potrà chiedere, conformemente alla normativa europea, dove, quando e da chi è stato abbattuto il capriolo che gli sarà servito”.
A.B.