Nel corso di un’audizione informale presso le Commissioni agricoltura e ambiente della Camera il presidente di Fedagri Giorgio Mercuri, in rappresentanza di Agrinsieme, ha espresso piena condivisione per le iniziative legislative all’esame del Parlamento finalizzate a ridurre il consumo del suolo.
“Oggi l’agricoltura e il cibo sono questioni strategiche che rivestono un ruolo centrale: la risorsa terra sta diventando sempre più scarsa e va quindi necessariamente tutelata, sul fronte ambientale, agricolo e idrogeologico. Condividiamo quindi pienamente le due iniziative legislative attualmente all’esame del Parlamento finalizzate a ridurre il consumo del suolo”. Lo ha dichiarato il presidente di Fedagri Giorgio Mercuri che oggi è intervenuto, in rappresentanza del coordinamento Agrinsieme, nel corso dell’audizione informale presso le Commissioni riunite ambiente e agricoltura sulle proposte di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo”.
Nel corso del suo intervento il Presidente Mercuri ha ricordato i dati dell’ultimo censimento Istat del 2011 che registrano come in Italia negli ultimi dieci anni siano state costruite 1.576.611 nuove case, mentre nello stesso periodo la popolazione è aumentata di solo il 4%. “Questo è solo un esempio -ha ribadito Mercuri- per dire che negli ultimi anni si è costruito troppo e male”.
“Un terreno edificato -ha proseguito Mercuri- viene sottratto irrimediabilmente all’agricoltura. Un territorio edificato male inoltre, non solo non è utilizzabile per produrre cibo, ma può seriamente compromettere la qualità della vita di coloro che lo abitano poiché accresce l’impermeabilità del suolo e crea disordine urbanistico”.
Mercuri ha quindi ribadito la necessità che il legislatore affermi in modo deciso che il contenimento dell’utilizzo del suolo è realizzabile attraverso un’ampia azione di tutela delle imprese agricole e del loro sviluppo. Ha inoltre osservato che se è opportuno contrastare l’urbanizzazione selvaggia e l’abusivismo, allo stesso tempo è auspicabile che i terreni agricoli non vengano abbandonati: si è infatti assistito a fenomeni di dissesto idrogeologico lì dove cessavano progressivamente quelle attività agricole che venivano svolte in piena armonia con il territorio”.