Presso la sala Giunta del Coni al Palazzo H del Foro Italico si è svolta lo scorso 13 settembre, l’attesa conferenza stampa di presentazione di un documento che rappresenta un traguardo e, al tempo stesso, l’inizio di un nuovo percorso che si propone di codificare la “figura” del cane sportivo fissando i punti cardine per una attività che sia, innanzitutto, rispettosa del benessere animale e umano e in grado di favorire una pratica non più esclusivamente ludica ma veramente sportiva secondo i canoni fissati dal CIO e dal CONI.
Davvero nutrita la partecipazione alla conferenza con la presenza di alti dirigenti del Coni e di Sport e Salute, presidenti e segretari di Federazioni Sportive, Enti di Promozione Sportiva, Associazioni Venatorie, e Consiglieri federali.
Dopo una breve introduzione del presidente Felice Buglione che ha aperto i lavori parlando della completezza a 360 gradi dell’attività sportiva cinofila della Fidasc, Francesco Brescia, referente federale per la cinofilia sportiva, ha presentato il suo volume: “Manifesto della cinofilia sportiva: una nuova frontiera della relazione uomo-cane” che ripercorre millenni di convivenza iniziati con la prima domesticazione di un animale selvatico da parte dell’uomo. Il volume, edito dalla Federazione ovviamente senza fini di lucro, è disponibile e scaricabile dal sito ufficiale della Fidasc.
È toccato poi ai vari relatori, tutti veterinari e membri del Comitato Scientifico Federale, approfondire i quattro punti fondamentali del “Manifesto”: costituzione del registro del cane atleta; formazione di veterinari certificatori; il benessere animale per la legge; preparatori sportivi e ufficiali di gara.
Il dr. Gianluigi Giovagnoli ha affrontato il tema complesso ma affascinante dello sport cinofilo come fonte di benessere per cani e umani, sottolineando come il beneficio sia non solo molto importante, soprattutto per i giovani, ma assolutamente reciproco.
È stata poi la volta del prof. Filippo Maria Martini, Professore Associato in Clinica Chirurgica Veterinaria all’Università di Parma, che ha sottolineato la necessità di certificare l’idoneità sportiva per i cani che possono essere vittime, come gli atleti umani, di patologie varie, anche di natura traumatica e, quindi, di prestare la massima attenzione alla selezione di soggetti idonei all’attività sportiva.
La dott.ssa Daniela Mignacca, invece, si è soffermata sullo status del cane atleta come strumento per la salute e la cultura sportiva cinofila, mettendo in particolare evidenza il “binomio” sportivo, una figura assolutamente nuova che dice tutto sulla relazione esistente fra atleta umano e atleta cane. Una relazione che non si può limitare alla gara ma che deve investire la quotidianità.
A completare il quadro tracciato dal Manifesto c’è stato infine l’intervento di Massimo Perla, forse il più famoso e autorevole tecnico ed educatore cinofilo il quale, dopo aver sottolineato il profondo cambiamento verificatosi negli ultimi anni si è soffermato, seppur brevemente sul fatto che oggi le attività cinofile alla quali la Fidasc ha dato una nuova dimensione “sportiva”, sono adatte per tutti i cani e per tutti i proprietari, senza distinzioni di razza o di età e significano benessere reciproco e per l’intera società
Alcuni colleghi di agenzie di stampa e di periodici di settore hanno infine movimentato la conferenza con domande assai pertinenti che hanno ricevuto puntuali ed esaustive risposte non solo da parte dei vari relatori ma anche da parte dello stesso presidente Buglione.
Il massimo esponente della Federazione ha infine concluso l’incontro con la stampa con un breve intervento nel quale dopo aver tracciato un breve riassunto dei vari interventi ha ringraziato tutti i partecipanti, augurandosi che questo nuovo orizzonte sportivo possa godere di una maggiore attenzione da parte degli organi di informazione.