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COSA DEVE ANCORA ACCADERE PER UNIRE L’INTERO MONDO VENATORIO?

In queste ore, a Torino si sta svolgendo una manifestazione del mondo venatorio, contro la Legge Regionale sulla caccia proposta dalla Giunta Chiamparino. Una rara occasione dove il mondo venatorio, e le sue tante e diverse sigle (forse troppe), ha deciso di scendere in piazza per difendere le ragioni della caccia e contrastare illogiche restrizioni che stanno per abbattersi sui cacciatori Piemontesi. Quasi contemporaneamente è giunta la notizia della nomina a capo della segreteria del Ministero dell’Ambiente, del Dott. Fulvio Mamone Capria già Presidente Nazionale della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli). Se tutto ciò viene sommato alle prime proposte esternate da autorevoli esponenti della maggioranza del neonato Governo, inerenti all’ intenzione di abbassamento o addirittura eliminazione del quorum necessario per l’indizione dei referendum abrogativi  proposto dal Movimento Cinquestelle, le nubi all’ orizzonte appaiono plumbee e cupe.

Quanto potrà valere il contrasto culturale della Lega nelle decisioni del Governo riguardanti la caccia è tutto da valutare, ma certamente, il rischio di dover contrastare possibili imminenti iniziative anticaccia è molto alto e probabile.

In tutto ciò, il problema più imponente, rischia di essere quello di come il mondo venatorio possa oggi reggere l’impatto di questa possibile svolta politica, sociale e culturale, con gli attuali strumenti della rappresentanza, portando in pancia le sue irragionevoli divisioni, la litigiosità di gruppi dirigenti che fanno dell’autonomia la foglia di fico della loro sopravvivenza anti unitaria, della mancanza di un progetto forte che dia legittimità ed un futuro certo alla nostra passione.

Il rischio di fare la fine “dei galli di Renzo” è veramente alto e concreto. Occorrerebbe bruciare le tappe per dar vita ad una vera unità dei cacciatori, costruendo un concreto e nuovo soggetto unitario. Cosa deve succedere per imboccare una strada che ormai la storia e il futuro ci impone?

Le manifestazioni e le bandiere al vento sono importanti, ma i problemi non si risolvono solo rincorrendoli o unendoci alla bisogna difronte al pericolo imminente.

Noi della CCT, da tempo e caparbiamente, stiamo lottando per affermare concretamente la strada dell’unità. Spesso dobbiamo spendere più energie per difenderla dagli attacchi interni che non per  rafforzarla e rilanciarla nella sua dimensione sociale e culturale nei confronti di una società che cambia e con essa delle istituzioni e della politica. La recente intervista di Renzo Ulivieri pubblicata in questi giorni, racchiude l’essenza di un richiamo alla responsabilità e all’unità.

Il tempo è ora, e non possiamo permetterci di perderne altro. Noi continueremo a lavorare con tutte le energie per fare la nostra parte, per dimostrare ai cacciatori che l’unità può essere nei fatti concretamente realizzata. Siamo consapevoli che la nostra esperienza non sia l’unico modello perseguibile ma rimane il fatto che ciò non giustifica che ci si debba rassegnare all’ immobilismo.

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