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LEGGE OBIETTIVO: BENE SECONDO LA REGIONE TOSCANA MA NON PER CACCIATORI E AGRICOLTORI

Legge Obiettivo per la gestione degli ungulati da confermare i risultati positivi, si legge in una nota diffusa dall’Assessore Remaschi che si appresta ad affrontare il confronto, come previsto dalla legge stessa, in Consiglio Regionale.

Decisamente diverso il film che hanno visto in questi anni gli agricoltori ed i cacciatori: i danni risultano in aumento e le distinzioni tra aree diverse della Regione contrastano con quanto lamentano le categorie economiche in tutte le province. Così come il “successo” nell’ accorciamento dei tempi per le pratiche appare al limite della provocazione per chi vive l’emergenza ungulati sul territorio.

Sull’ aumento dei danni che mette in ginocchio l’economia e la vita degli Ambiti Territoriali di Caccia nessun cenno alle proposte formulate e alla necessità di cambiare passo.

La Confederazione Cacciatori Toscani conferma il proprio impegno a restituire una visione realistica della situazione e a portare le proprie proposte nelle sedi deputate – segnatamente in Consiglio Regionale e in Commissione –  per superare la situazione di grave crisi che al di là  dei proclami trionfalistici dell’Assessore vive oggi la caccia, la gestione e l’economia legata alle produzioni agricole in Toscana.

Di ben altro tenore la mozione presentata dal consigliere Andrea Pieroni (PD) e approvata a maggioranza, per rafforzare e velocizzare gli interventi di controllo degli ungulati all’interno delle singole aree protette e che impegna la Giunta “a valutare, qualora siano stati applicati senza successo metodi di prelievo alternativi, anche l’utilizzo della braccata…”.

Un buon inizio per avviare una seria analisi e un confronto sui limiti della legge 10 sul controllo degli ungulati.

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