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LUPO. PER LA CCT È ORA DI SUPERARE GLI APPELLI

Il problema Lupo ormai sta diventando sempre più preoccupante sia a causa dell’entità dei danni provocati agli allevamenti, sia per la quantità e diffusione di eventi che si verificano ormai quotidianamente in Toscana. Nella nostra Regione, la popolazione stimata, per la specie si aggira attorno ai 1000 esemplari, in crescita esponenziale soprattutto negli ultimi anni. I casi di attacco al bestiame, denunciati dagli allevatori e pastori, si aggirano attorno alle 500 unità all’anno, con danni stimati che superano il milione di euro, spalmati dalla regione Toscana nel biennio 2015/2016. La presenza di esemplari di Lupo o di Ibridi, viene giornalmente denunciata con foto e video che lo ritraggono nelle prossimità di strade, centri abitati, casolari e zone molto frequentate dall’uomo e dalle sue normali attività. In molti paesi europei, si sono adottate tecniche gestionali differenziate per arginare il problema; in Toscana, l’emergenza ha prodotto numerose proteste ed azioni, anche estreme ed ingiustificabili, per mettere in luce e contrastare un problema ancora irrisolto. Una emergenza che sta continuando a presentare tutti i suoi effetti negativi che mettono seriamente a rischio le attività di allevamento e di pastorizia, e di conseguenza la permanenza di una larga parte del comparto zootecnico sul territorio regionale con il rischio di riduzione, se non di scomparsa, di numerosi prodotti di eccellenza. Su questo delicatissimo problema, recentemente, l’ Assessore Regionale Marco Remaschi ha scritto una lunga lettera aperta agli allevatori nella quale si invitano tutti i soggetti interessati (Regione, Istituzioni locali, Associazioni Agricole etc.), a mettere a disposizione le reciproche competenze per creare un “fronte comune” contro Roma e Bruxelles, per avere risposte immediate e strumenti efficaci per uscire dalla unica logica degli indennizzi, peraltro parziali ed a carico di tutti i cittadini. Un appello che anche la Confederazione Cacciatori Toscani intende raccogliere come espressione del mondo venatorio e parte integrante della cultura rurale. Ci sentiamo pienamente coinvolti nell’ appello lanciato dall’ Assessore e dalla Regione Toscana. Siamo anche noi convinti che occorra presto e bene costruire un fronte unitario e coeso per rappresentare nei luoghi della decisione, un problema che ci tocca, seppur da angoli di visuale diversi, tutti da vicino. Infatti oltre alle dinamiche ed interazioni tra Lupo e fauna selvatica, ancora da verificare ed approfondire, dobbiamo rilevare che per il mondo venatorio uno dei problemi attuali è dato anche della specializzazione del Lupo e Ibridi, sempre più marcata, nell’attacco/uccisione verso i cani da caccia durante le varie pratiche venatorie. Anche noi ci sentiamo per queste e ed altre ragioni, convintamente dalla parte dei pastori e degli allevatori, uniti per la difesa del loro lavoro e della insostituibile presenza e presidio del territorio. Fare sistema significa anche avere la capacità di superare gli “appelli”, sapendo distinguere su cosa è possibile agire subito, e su ciò che andrà conquistato nel lungo periodo. Occorre cambiare la strategia che per anni ha caratterizzato la gestione del problema. Deve essere abbandonata la strada percorsa, sin dagli anni 2000, dei progetti Life e degli accordi sottoscritti con le Associazione Ambientaliste ed Animaliste che non hanno prodotto nessun effetto risolutivo.

La Regione fa bene ad alzare la voce ma non è sufficiente. In attesa degli auspicati abbattimenti selettivi, occorre mettere in campo e finanziare tutti gli strumenti, propedeutici all’eventuale richiesta di abbattimento in deroga, previsti dalla Direttiva Habitat: monitoraggio, indennizzi, prevenzione, catture e traslocazioni o captivazione degli esemplari catturati. L’assenza di questi strumenti, rendono di fatto non applicabile l’abbattimento mirato, gli appelli e le richieste rischiano di diventare foglie di fico o paraventi di comodo. Agire subito, significa non solo assicurare indennizzi celeri e comprensivi anche dei danni indotti e derivati dagli eventi predatori, ma soprattutto assicurare, l’applicazione tempestiva e mirata di tutti gli strumenti gestionali previsti dalla Direttiva Europea; non ultime le catture mirate degli Ibridi e/o dei Lupi problematici ossia di quegli esemplari che predano specificatamente animali di allevamento e che mettono in ginocchio le aziende zootecniche in alcune realtà localizzate. Ci sentiamo di dissentire con chi dice che il progetto sperimentale delle catture condotto dalla Regione Toscana, non ha funzionato: a noi risulta invece che non ha funzionato, semplicemente perché è stato interrotto, non finanziando più il mantenimento degli ibridi catturati.

La cattura e captivazione di un ibrido o di un lupo ha un costo complessivamente sostenibile; si può applicare da subito nei territori ed aziende a rischio; consente di intervenire in maniera mirata ed efficace, nel pieno rispetto di ciò che oggi il Ministero dell’Ambiente consente di fare. Servono risorse per finanziare le opere di prevenzione ed assistenza tecnica alle aziende in difficoltà, non soltanto perché così facendo si possono ridurre i danni, ma anche per certificare, senza possibili contestazioni, di aver messo in atto tutto quanto previsto dalle normative e dai pareri Ispra avendo così le “carte in regola” per richiedere gli abbattimenti in deroga.

Oltre a rimboccarci le maniche dobbiamo avere una strategia lucida su cui lavorare e sulla quale garantire una corretta informazione ai cittadini ed alla opinione pubblica spesso fuorviata da falsi miti e da campagne Animaliste e Protezioniste. La CCT sarà disponibile, in questa battaglia, spronando il mondo venatorio e gli ATC, a dare una mano in tutte le iniziative che verranno messe in campo. Occorre però che anche la politica quella con la “P maiuscola” faccia la propria parte.

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