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PUGLIA, CLIMA: STORMI DI STORNI: VOLI RITARDATI E CAMPAGNE SACCHEGGIATE

Invasione di piste e spazi aerei negli aeroporti di Brindisi e Bari di stormi di storni, contro cui falchi e poiane devono arrendersi per la massiccia presenza degli uccelli della specie ormai divenuta stanziale che stanno ritardano anche le partenze dei voli, mentre non si contano più i danni in campagna.

“Sta crescendo l’esasperazione nei campi e la tensione sale per gli stormi di storni che scorrazzano indisturbati tra le province di Bari e Brindisi, mangiando le olive, danneggiando con le deiezioni le piazzole e gli ortaggi in pieno campo”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.

Risulta particolarmente colpito dagli storni il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi ed il danno – denuncia Coldiretti Puglia – si attesta tra il 30 ed oltre il 60% a carico degli olivi coltivati soprattutto nelle zone a ridosso del mare, da un lato sull’Adriatico dall’altro sullo Jonio, con epicentro a Monopoli, Fasano, Pezze di Greco, Polignano, dove gli agricoltori non hanno strumenti per arginare la presenza eccessiva e in progressivo aumento degli storni.

“Lo storno è stato inserito nelle specie cacciabili in Portogallo, Spagna, Francia e Grecia, Ungheria, Malta e Cipro, Bulgaria e Romania, a differenza dell’Italia che ormai è divenuta l’eldorado dello sturnus vulgaris che continua a permanere nella lista delle specie protette. E’ un ritardo che sta nuocendo gravemente alle imprese agricole del territorio, perché gli storni da migratori sono divenuti stanziali anche a causa dei cambiamenti climatici”, insiste il presidente Muraglia.

Lo Storno è comune e ampiamente distribuito in Europa, migratore e/o parzialmente migratore in tutto il suo areale, con una popolazione stimata di 350.000.000 di esemplari adulti in Europa (BirdLife International, scheda della specie sul web) e con un trend decrescente nella parte più settentrionale della suo areale orientale (più Francia e Turchia asiatica), aggiunge Coldiretti Puglia.

“I nostri olivicoltori non ce la fanno più, sono allo stremo. Si sta sottovalutando un problema che in alcune aree è divenuto negli anni grave e ingestibile. Oltre al danno diretto, non vanno sottovalutati i danni indiretti. Gli storni distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – aggiunge il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis – e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni che sono diventati ormai stanziali trovano ristoro notturno nelle aree protette, come Torre Guaceto, per riprendere le scorribande alimentari diurne, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha fatto convertire la specie protetta da migratoria a stanziale”, conclude il presidente De Miccolis.

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