Oltre al contributo economico diretto (16 miliardi di euro), il volontariato dei cacciatori per proteggere e gestire le specie e gli habitat contribuisce anche allo sviluppo delle zone rurali d’Europa con ulteriori 16 miliardi stimati, fornendo alternative occupazionali, aumentando il tessuto sociale delle comunità rurali, e la trasmissione di identità e tradizioni culturali.
Brussel 29 settembre 2016 – Durante la conferenza svoltasi martedì scorso al Parlamento Europeo, la Face ha spiegato che la caccia ha un valore di 16 miliardi di euro per l’economia Europea, ma calcolando il lavoro svolto come volontariato si sale a 32 miliardi.
I 7 milioni di cacciatori europei spendono infatti annualmente questa somma aggregata in licenze, affitti, armi e munizioni, equipaggiamento e viaggi. Il loro contributo si estende però anche alla società e alla conservazione della natura con innumerevoli azioni di volontariato e gestione dell’intero territorio dell’UE come la difesa della biodiversità, il contenimento dei danni della selvaggina, la prevenzione dagli incendi e dal dissesto, la pulizia dei sentieri, la lotta al bracconaggio, il monitoraggio e il sostegno allo sviluppo rurale.
La conferenza “Il valore economico della caccia nell’UE” ha visto la partecipazione dei Membri del Parlamento Europeo e dei funzionari, dei rappresentanti dell’industria di settore e dei delegati delle associazioni Europee della caccia che oggi rappresentano 7 milioni di cacciatori.
L’europarlamentare Karl-Heinz FLORENZ, Presidente dell’Intergruppo Biodiversità Caccia e Attività Rurali ha commentato: ” la caccia è un importante vettore per l’economia rurale e nazionale attraverso l’Europa. E’ importante avere sempre presente questo aspetto, con un riferimento particolare al cambiamento che le zone rurali Europee stanno vivendo. Abbiamo bisogno che il ruolo della caccia sostenibile sia ufficialmente riconosciuto perché essa contribuisce all’economia rurale europea, alla società e alle attività agricole”.
L’Europarlamentare Renata Briano, Vice-Presidente dell’Intergruppo, ha sottolineato che “l’impatto della caccia sulle economie nazionali ed europee è decisivo e deve essere tenuto in debita considerazione e integrato nelle future politiche nazionali legate alla biodiversità e allo sviluppo rurale”
Il Presidente della FACE, Michl Ebner, ha esposto i dati provenienti da diversi studi condotti in Italia, Austria, Inghilterra, Grecia, Francia e Irlanda, sostenendo che una metodologia integrata fornirebbe un quadro ancora più preciso del contributo economico dei cacciatori. “Se consideriamo le spese dirette e il volontariato la caccia potrebbe valere 32 miliardi di euro. Ma questa è una stima prudente che richiede maggiori approfondimenti “. In effetti potrebbe valere da 9,8 a 13 miliardi di euro in più a seconda del modo in cui vengono raccolti i dati.
In conclusione, il Presidente Michl Ebner ha dichiarato: “Al fine di valutare meglio il valore economico della caccia esortiamo la Commissione di affidare ad EUROSTAT un’indagine, ad intervalli di cinque anni, sull’impatto economico della caccia e della pesca, dell’osservazione e del prelievo di specie selvatiche da utilizzare come indicatore di uso sostenibile per valutare l’attuazione della Convenzione sulla diversità biologica”.
La caccia, quindi, nella sua complessità non può essere misurata soltanto in termini monetari. Va considerata anche come un servizio ecosistemico che produce benefici per le economie e le comunità rurali offrendo alternative di sviluppo sostenibile, una maggiore qualità della vita e un importante fattore nella trasmissione di identità e di tradizioni.