MARCHE. GLI ATC CHIEDONO PRESA DI POSIZIONE DELLA REGIONE

La sentenza del Consiglio di Stato Sez. III n. 5165/2018, pubblicata lunedì 22 ottobre, ha vietato la
caccia nei siti di NATURA 2000 (SIC/ZSC – ZPS) della Regione Marche.

La superficie sottratta alla gestione programmata della caccia nella Provincia di Pesaro e Urbino è
pari a ha 34.032 e rappresenta la percentuale più elevata a livello regionale (ha 12.091 ATC PS1 e
ha 21.941 ATC PS2).

In tale territorio operavano n. 20 squadre di braccata e n. 3 gruppi di girata al cinghiale nell’ A.T.C.
PS 2 e n. 20 squadre di braccata nell’A.T.C. PS 1.

Considerato che nel territorio provinciale il cinghiale è causa di danni alle colture agricole è
evidente che con il divieto imposto tale criticità aumenterà in modo esponenziale e incontrollato.
Inoltre, con il blocco anche delle attività di controllo della fauna selvatica in sovrannumero
(cinghiale in particolare), dovuto alla ormai nota sentenza della Corte Costituzionale n. 139 del 21
giugno 2017, ci troveremo a non poter contrastare l’incremento delle popolazioni di cinghiale su
tutto il territorio Provinciale.

Pertanto, gli Ambiti Territoriali di Caccia PS 1 e PS 2 sin d’ora dichiarano che non saranno più in
grado di sostenere economicamente il pagamento dei danni provocati alle produzioni agricole,
causa il limite delle risorse disponibili provenienti solo dai propri soci cacciatori, peraltro in
continua diminuzione.

Chiediamo alla Regione Marche una piena presa di coscienza della gravità e insostenibilità della
situazione.

Sin d’ora gli Ambiti Territoriali di Caccia declinano ogni responsabilità conseguente all’incremento
dei danni alle colture agricole per effetto del divieto di caccia imposto nelle “Aree Natura 2000”.
Si invita la Regione Marche a risolvere con estrema urgenza la gravosa problematica e si sollecitano
le Associazioni agricole e venatorie ad intervenire per quanto di competenza.

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