MERITIAMO UNA LEGGE SERIA

Riceviamo e pubblichiamo l’articolo di fondo di Diana, la rivista del cacciatore, in edicola da oggiIl tempo delle speranze è finito, adesso occorrono certezze. E non c’è più spazio per le chiacchiere. Meritiamo una legge seria, rispettosa dei diritti e riconoscente verso i doveri che continuiamo ad adempiere. Siamo creditori di natura e di ambiente, parliamo poco di ecologia perché la pratichiamo rimediando ai disastri compiuti da altri nelle nostre coscienze e sulla nostra pelle. Eppure produciamo, in posti di lavoro e consumi, ricchezza per altri e quindi il Paese tutto. Anche per questo meritiamo attenzione sociale che significa riconoscimento da parte della politica e della Società civile per i nostri problemi.
Unici a subire concessioni governative e balzelli regionali, contribuiamo alla gestione della risorsa selvaggina pagandola in denaro e volontariato pur continuando ad esser prigionieri d’un intrico perverso: più diamo meno otteniamo.
Ad ogni legislatura emergono progetti e sono elaborate proposte di cui molte scritte con parole nuove che ripetono il vecchio ma sembrano tanto diverse da apparire innovative. Poi, ci si perde nel labirinto di incontri e colloqui, tavole rotonde, dibattiti e propositi opposti l’uno all’altro e tutti nella medesima pentola convinti che ne scaturirà un sublime minestrone di idee. Si finge di mutare tutto perché niente cambi continuando a rimanere uguale a se stesso con noi Cacciatori sempre più creditori di natura. Sempre più tassati e calunniati. Sempre più smarriti nel nostro labirinto. E par proprio di rileggere la pagina del Gattopardo in cui il principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa traccia il ritratto d’un mondo che diventa la fotografia in bianco e nero della caccia.
Il vecchio governo aveva promesso molto con parlamentari che si erano spesi in propositi e progetti, persino raccolto firme e fatto un “cartello” di adesioni alla caccia. Una lista di un centinaio di nomi che fatichiamo a ricordare ma che torneranno tra breve alla ribalta chiedendo consensi proprio come recitassero una furbesca parodia di Bertoldo, il contadino astuto raccontato nel 1600 da Giulio Cesare Croce.
Le Regioni hanno proceduto per deroghe approvandole come fossero un contributo episodico. Diana pubblica in esclusiva il documento con cui l’Europa sanzione tali interventi sulla base di leggi e trattati che potevano non esser noti ai Cacciatori ma certamente non ignorati dal legislatore. E il testo reca la data del 24 novembre! Non ci sono state prese di posizione, interventi rapidi se si esclude la Lombardia. Alcuni son già pronti a proporre- e parrà di rileggere un’altra pagina del Gattopardo!- di allungare l’elenco delle specie dimenticando che la “certificazione” dev’essere ufficiale, con organismi nazionali ed internazionali non Gente di buona volontà, tanta passione e basta.
Noi Cacciatori meritiamo di più e siamo stanchi. Ed i progetti per nuovi partiti e movimenti di opinione dimostrano che si è raggiunto il limite e non possono governare il cambiamento i molti – od i pochi – che fino ad oggi hanno soltanto finto di volerlo.

Rodolfo Grassi

Condividi l'articolo su: