Dov’è l’informazione se un giornalista di una rete pubblica critica le scelte fatte da un grande tg senza averlo neanche visto? La critica di ciò che non si conosce è un malcostume dell’informazione che i cacciatori conoscono fin troppo bene, ma quando è Santoro a criticare il Tg5 per aver censurato qualcosa che invece è andato in onda e che milioni di italiani hanno visto la cosa diventa paradossale. I fatti. Durante la trasmissione “Annozero” dell’undici giugno Michele Santoro critica il Tg5 per non aver mostrato le immagini dell’audizione di Beppe Grillo nella commissione “Affari Costituzionali” del Senato, immagini che la testata di Mediaset aveva invece mandato in onda il giorno prima. “Le bugie hanno le gambe corte” afferma Cristina Parodi in apertura del Tg5 delle 20.00 di ieri sera, che mostra il brano di “Annozero” in cui Santoro lanciava la sua critica. Poi interviene il direttore del Tg5 Clemente Mimun: “Che Michele Santoro è fazioso non è una notizia e non ne fa mistero neanche lui. Ma qui Santoro dice una bugia. Non ci credete? E allora ecco il servizio del Tg5 che abbiamo trasmesso l’altro ieri sull’intervento di Grillo, con buona pace di Santoro – ha detto Mimun – Bene ora potete giudicare. Forse Santoro si riferiva a qualche altro tg magari della Rai. Ma siccome ha chiamato in causa il Tg5 abbiamo ritenuto da parte nostra di ristabilire la verità“. La Dea della Caccia esprime tutta la sua solidarietà a Clemente Mimun e alla squadra del Tg5, una delle poche testate, ci teniamo a ricordarlo, che ha lasciato spazio alle ragioni dei cacciatori e al contraddittorio. Rimane ora da capire perché un servizio pubblico come la Rai continua a permettere a chi dovrebbe fare informazione oggettiva di diffondere falsità e di mistificare la realtà. Ricordiamo che sono i soldi dei contribuenti che finanziano trasmissioni nelle quali, al di là dei fatti e della realtà, si continua a “sparare sempre sulla stessa sagoma”, a spese di professionisti e cittadini seri e rispettabili.
Gian Luca Bardelli
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