Come ogni settimana pubblichiamo alcuni articoli di approdondimento su alcuni argomenti trattati nel telegiornale venatorio TGV Settegiorni della Dea Tv.
˜ ˜ ˜ ˜
LECCO: VANDALO RIMUOVE LA SEGNALETICA APPENA AFFISSA
Atto di vandalismo nella provincia di Lecco. Il cartello installato dagli alunni della quarta elementare di Sartirana e dai cacciatori di Merate che indicava il nuovo sentiero di Beatrice (che collega il laghetto di San Rocco a via Marconi) è stato rimosso dopo appena 4 giorni dalla sua affissione. “Qualcuno – si legge sulla Provincia di Lecco – forse disturbato dal fatto che quella zona abbandonata da anni tornasse a rianimarsi grazie ai sorrisi e alle grida dei piccoli, se l’è portato via, per gettarlo chissà dove”. Rimane il palo in ferro a reggere il nulla e l’amarezza di chi si è adoperato per realizzare il progetto, ma entro breve un altro cartello sarà preparato e nuovamente collocato al posto di quello rubato.
A.B.
FIDC MONSUMANNO: PROTESTA CONTRO L’ATC16
La Fidc di Monsummano, in provincia di Pistoia, si rifiuta di pagare l’iscrizione all’Atc16. Secondo le dichiarazioni dei cacciatori pubblicate da Il Tirreno, la quota sarebbe destinata quasi esclusivamente alle spese per il personale, per i tecnici e per la caccia agli ungulati. “Non si può usare il termine “gestione” – hanno dichiarato – se poi non si fa niente”. I cacciatori, insomma, si chiedono in che cosa consista la “gestione” del territorio dell’Atc 16 pistoiese visto che, “esclusi quei pochi fagiani immessi a ridosso dell’apertura, niente altro viene fatto”. Non a caso, l’ordine del giorno approvato dai soci della Federcaccia monsummanese è intitolato “Ma l’Atc dov’è, cosa fa?”. “I cacciatori di Monsummano a questo gioco non ci stanno più – si legge sul documento pubblicato da Il Tirreno – Quindi se le cose non cambieranno sono disposti ad attivare qualunque forma di lotta o di protesta per cercare di migliorare la situazione, e in primo luogo sono disposti a non versare l’importo della relativa tassa”.
A.B.
BOVILLE (FR): RUBATI UN BEAGLE E DUE SEGUGI
Un altro furto di cani di razza si è verificato a Boville, in provincia di Frosinone. Utilizzando un cappio d’acciaio, i malviventi hanno cercato di rubare ben 5 cani, ma due sono riusciti a liberarsi. Sottratti al proprietario, invece, un beagle, un segugio italiano e uno francese, per un valore complessivo di 6mila euro circa.
I ladri, “nonostante la presenza di alcuni box e di numerosi animali – si legge su Ciociaria oggi – hanno aperto proprio quello in cui erano custoditi quelli di razza e quindi dal più alto valore commerciale”. Il proprietario si è accorto del furto notturno la mattina seguente, quando si è trovato davanti all’uscio della sua abitazione una delle sue cagne visibilmente spaventata e senza collare. Dopo aver sporto denuncia, i carabinieri avrebbero trovato il cappio, prima utilizzato per catturare i cani e poi abbandonato. “A nulla serviranno i microchip che erano inseriti nei cani rubati – si legge nell’articolo – I delinquenti, infatti, li rimuovono praticando un semplice taglio”.
A.B.
NOCERA UMBRA (PG): AVVELENATI 3 CANI DA CACCIA
Gravi episodi di avvelenamento canino a Nocera Umbra, in provincia di Perugia. In neanche 5 giorni – da sabato 13 a giovedì 18 marzo, secondo il Corriere dell’Umbria – sono morti 3 cani da caccia: un segugio e due setter inglesi. Nel primo caso il cane avrebbe mostrato i primi sintomi di avvelenamento durante un addestramento: inutile la corsa all’ambulatorio veterinario, il cane è morto in pochi minuti. I due setter inglesi, invece, sono stati trovati morti dai proprietari nel recinto di casa.
A.B.
SALUZZO (CN): CONTRATTO DI FIUME PER IL PO
Al via il primo contratto sperimentale su un tratto del fiume Po. Comuni, associazioni ed enti del territorio cuneese hanno impostato un piano per condividere le informazioni e cercare insieme soluzioni di riqualificazione del paesaggio e riduzione dell’inquinamento.
“È il risultato di due anni di lavoro”, ha dichiarato a La Stampa di Cuneo e provincia Emiliano Cardia, presidente del Parco del Po e coordinatore del progetto. “Il contratto di fiume – si legge sul quotidiano – è uno degli obiettivi del Piano integrato trasfrontaliero, che fa parte di un programma presentato dal tratto cuneese del Parco del Po e dal Parco del Queyras”. Un progetto complesso che riguarda diversi aspetti, da quello economico alla sostenibilità ambientale.
“È il primo contratto sperimentale su un tratto del fiume più lungo d’Italia – ha spiegato Cardia – e spero che i risultati si possano estendere a tutto il territorio del bacino, fino alla foce”.
A.B.
˜ ˜ ˜ ˜
Per rivedere il TGV Settegiorni clicca qui.