Come riportato da due agenzie battute dall’Ansa e riprese dal sito Regioni.it nella sezione “caccia e pesca”, il Consiglio dei Ministri nella seduta di oggi, 14 novembre ha riconfermato particolari modalità di esercizio della caccia per le due province autonome di Trento e Bolzano.
È stata infatti approvata l’integrazione della norma di attuazione dello Statuto di autonomia in materia di caccia, riconfermando le particolari modalità di esercizio del prelievo venatorio nel Trentino Alto Adige, collegato al regime delle riserve.
“Con questa decisione il rischio di vedere compresso l’esercizio della nostra Autonomia in questa delicata materia, manifestatosi dopo la modifica al Titolo V della Costituzione nel 2001, è stato scongiurato”, sottolinea il governatore del Trentino, Ugo Rossi, oggi a Roma. “Nei rapporti con il Governo abbiamo riscontrato un’ampia disponibilità ad accogliere le nostre richieste, che rappresenta anche un riconoscimento della buona gestione dell’ambiente e delle risorse naturali da parte del Trentino”.
L’approvazione della norma di attuazione da parte del Consiglio dei Ministri, al termine di un confronto durato quasi due anni – sottolinea la Provincia di Trento – ripristina le prerogative delle Province autonome, consolidando le attuali forme di esercizio della caccia, anche nell’ambito dei parchi provinciali, “in coerenza con il livello di sostenibilità ambientale e di equilibrio faunistico raggiunto in questi decenni”. La nuova norma riconosce inoltre la competenza provinciale a regolare temporanee variazioni dell’elenco delle specie cacciabili previste dalla normativa statale.
Sempre nella seduta odierna il CdM ha approvato, alla presenza del presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, due norme di attuazione sull’attività venatoria nei parchi naturali e sulle specie cacciabili in Alto Adige.
“Dopo lunghe trattative è stato raggiunto un risultato significativo per l’Alto Adige. Le norme permettono una gestione più autonoma dell’attività venatoria verso la conservazione di un equilibrio sostenibile tra fauna selvatica e habitat”, commenta Kompatscher in una nota.
La prima norma specifica le funzioni di pianificazione, regolazione e controllo della Provincia sulle forme di caccia esercitabili in Alto Adige e demanda alla legge provinciale la disciplina di modalità e procedure che consentono l’attività venatoria all’interno dei parchi naturali istituiti dalla Provincia.
La seconda norma di attuazione si occupa delle specie cacciabili e delle competenze provinciali, messe in discussione negli ultimi anni anche da alcune sentenze. La norma prevede che, a fronte di specifiche situazioni, il presidente della Provincia possa disporre variazioni all’elenco delle specie cacciabili previste dalla normativa nazionale. (Fonte ANSA – Regioni.it)