Buon successo dell’iniziativa voluta dalla Federcaccia di Pisa per valutare i risultati ottenuti in diverse province toscane per quanto riguarda la gestione dei cervidi e bovidi.
Dopo il saluto iniziale del Presidente Provinciale Federcaccia di Pisa Marco Salvadori, il quale ha ricostruito rapidamente dal 1998 ad oggi la storia e la gestione della caccia di selezione nella provincia di Pisa il Prof. Marco Apollonio Docente all’Università di Sassari, e principale ideatore di questa forma di caccia e di gestione in Toscana ha relazionato sulle nuove opportunità di gestione, non tralasciando le difficoltà che ancora restano da superare, censimenti, piani di prelievo, contenimento danni.
Successivamente il Dott. Luca Mattioli, Funzionario e responsabile per gli ungulati alla Provincia di Arezzo, il Dott. Federico Morimando, naturalista e Dottore di Ricerca in biologia animale e zoologia per la provincia di Siena, e il Funzionario provinciale Dott. Vito Mazzarone per la Provincia di Pisa, hanno relazionato sulle esperienze di gestione nelle tre importanti province toscane, ripercorrendo i risultati ottenuti le prospettive, i panorami le aspettative che ancora entusiasmano numerosi cacciatori.
Massimo Cocchi, Presidente Oikos, ha presentato una serie di idee innovative che ha posto come riflessione e una eventuale successiva valutazione tra tutti i presenti.
L’URCA pisana oltre a presentare una mostra di trofei, per bocca del suo presidente Castellacci, si è soffermata su urgenti richieste di modifica sul regolamento provinciale, il presidente dell’ATC 3, Kwiatowski, ha brevemente illustrato l’ esperienza aretina, e in particolare i buoni risultati ottenuti nell’ATC da Lui presieduta.
E’ toccato a Claudio Tani, vice Presidente Regionale Federcaccia, fare il punto su i risultati conseguiti a Pisa, e le situazioni ancora da definire per migliorare questa forma di gestione.
Pisa è senza dubbio una positiva esperienza , aver agito con prudenza gradualità, con un qualificato supporto scientifico, ha fatto si di avere una crescente adesione, evitare conflittualità con altre forme di caccia, una soddisfazione venatoria, con una continua espansione territoriale e numerica del capriolo.
“Dopo dieci dall’inizio di questa nuova pratica venatoria – ha sostenuto Marco Salvadori – dobbiamo porci delle ulteriori tutte quelle domande sollecitate dalla crescita costante delle richieste di accesso, individuando risposte all’altezza della sfida, a partire da una maggiore razionalizzazione dei distretti e delle sottozone, verificando la possibilità di aumentare l’area vocata”.
Ma il confronto si è soffermato anche sulla necessità di porre un rimedio all’insufficiente realizzazione dei piani di prelievo, con l’individuazione di alcune soluzioni, tra cui l’intensificazione dell’impegno di caccia, agevolato anche dall’introduzione (modifica L.R. 20) del tesserino specifico per la caccia di selezione e lo sforzo per favorire un equilibrato aumento dell’accesso alla caccia di selezione ; infine, nel rispetto dell’impostazione generale del Regolamento Provinciale, approfondire la possibilità di diffondere alcune sperimentazioni condotte nei due ATC pisani e l’esperienza di altre realtà.
Nel mirino del dibattito anche la necessità di adeguare il Regolamento Provinciale,
mantenendo fermi i cardini del regolamento, fondati sul rapporto tra cacciatore di selezione e “proprio” territorio, dove è impegnato nella gestione. “Si tratta di individuare poche modifiche – ha commentato il presidente della Fidc Pisana – ma necessarie e urgenti ed in grado di dare risposte più efficaci alle richieste di accesso e all’insufficiente realizzazione dei piani di prelievo. Bisogna affrontare il problema delle sanzioni per semplici errori formali, quasi sempre privi di ricadute negative sulla gestione: piccolo problema, ma di grande impatto, che crea malcontento diffuso; la semplificazione (in atto) della “scheda di uscita” è importante, ma la soluzione vera sta nella modifica dell’art. 18 del Regolamento: incentivare , attraverso meccanismi premianti per il cacciatore di selezione, il ricorso al recupero degli ungulati feriti attraverso i conduttori di cani da traccia. Riflettere sui meccanismi attuali di formazione delle graduatorie, fondamentale elemento di stimolo per indurre il cacciatore alla buona gestione, per renderlo ancora più efficace; a dieci anni dall’avvio dell’esperienza può manifestarsi un calo di “tensione ideale”, favorito anche dai meccanismi delle graduatorie: chi è più in alto è poco stimolato a ben fare perché irraggiungibile; chi è più in basso è ugualmente poco stimolato perché non potrà aspirare in tempi ragionevoli a salire”. Ricercare una soluzione equilibrata, che non mortifichi né chi è in alto nella graduatoria (perché per primo ha creduto in questa forma di gestione e si è impegnato a ben gestire), né chi si affaccia ora a questa importante esperienza.
Le conclusioni dell’assessore Provinciale Giacomo Sanavio, che oltre a fare il punto su i risultati e le prospettive della caccia e della gestione dei cervidi e bovidi nella provincia, hanno interessato i vari aspetti legati alla nostra passione, le preoccupanti modifiche della legge comunitaria, l’esigenza di evitare il rinvigorire di oltranzismi degli anticaccia, lavorare per una caccia sostenibile, attenta ai problemi degli agricoltori per costruire un dialogo con le istituzioni, per una nuova dignità legittimata tra l’opinione pubblica.
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