Nel 2004 a Bruxelles è stato firmato l’accordo Face-Birdlife sulla direttiva 79/409/Cee con cui si sollecitava la progressiva abolizione delle munizioni al piombo nelle zone umide della Ue, da attuarsi entro il 2009, scadenza ribadita (in data 6 febbraio 2006) con il recepimento ad effetto immediato dell’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa-Eurasia (L’Aja, 1996). Il provvedimento pone l’accento soprattutto sulle Zone speciali di conservazione (Zsc) e Zone di protezione speciale (Zps), dove è previsto il “divieto di utilizzo di munizionamento a pallini in piombo all’interno delle zone umide (…) sia d’acqua dolce che salmastra (…) a partire dalla stagione venatoria 2008/2009”.
Alla base del provvedimento vi è la controversa vicenda dei rischi d’inquinamento da piombo. Al contrario di quanto il mondo anticaccia afferma, la pericolosità del piombo disperso nell’ambiente con le cartucce è stato oggetto di studio approfondito da parte del Forum mondiale degli sport con armi sportive (Wfsa), che ha organizzato a Roma due grandi convegni con partecipazione dei maggiori studiosi da tutte le università del mondo: pareri super partes che hanno affrontato la questione senza giungere ad una soluzione definitiva. Certo è che a livello ambientale generale il piombo presente si deve in gran parte ai residui da carburante prodotti negli ultimi 100 anni, mentre il solo danno direttamente imputabile al piombo da munizioni è dovuto all’avvelenamento (saturnismo) da ingestione da parte di alcune specie selvatiche acquatiche in zone da decenni adibite alla caccia, dove l’accumulo di pallini è notevole: l’anatra mangiando sul fondo inghiotte i pallini scambiandoli per granaglie. Un caso recente, enfatizzato da tutti i media, si è avuto nelle valli di pesca lungo la foce d’Adige e a Comacchio, dove una specie di nuova comparsa (in virtù delle variazioni climatiche degli ultimi anni) come il fenicottero ha fatto registrare diversi casi di morte per saturnismo. Nelle aree umide di alcuni stati americani il saturnismo di alcuni anatidi ha influenzato la catena alimentare di altre specie, tra cui alcuni importanti predatori alati. Per evitare l’avvelenamento da piombo di questi animali, negli Usa sin dal 1991 e in Canada dal 1997 si è optato per la proibizione del piombo nelle zone umide. L’Europa ha contestato il piombo solo in parte: 10 Paesi hanno emanato norme che proibiscono l’impiego di munizioni con piombo nelle zone umide, altri 4 (tra cui l’Italia) stanno mettendo a punto limitazioni per l’immediato futuro, mentre 12 Paesi non hanno legiferato in merito.
La sostituzione del piombo, comunque, rappresenta una svolta epocale sul piano culturale, ma anche sotto il profilo tecnico: oltre alle differenti prestazioni balistiche dei metalli che sostituiranno il piombo, vi è l’adeguamento delle canne che coinvolge l’intero comparto armiero. Ad un materiale di cui conosciamo pregi e difetti, che abbiamo maneggiato per decenni nel caricamento artigianale delle cartucce, si vanno a sostituire miscele di metalli e polimeri assolutamente inedite con comportamento balistico tutto da imparare.
A fare la differenza sostanziale tra il piombo e i prodotti alternativi è la densità: ad esempio, agli 11,34 grammi per cmc del piombo puro, corrispondono 7,87 grammi per cmc del ferro puro, praticamente poco più della metà, mentre la lega di acciao e tungsteno raggiunge i 10,3 grammi per cmc. La densità più elevata riduce il potere ritardante dell’aria sulla velocità del pallino, mentre se essa diminuisce occorre aumentare il diametro del pallino per mantenere una pari velocità. Pallini più grossi significa però meno pallini nella cartuccia e quindi rosata meno fitta. I molti studi effettuati dal 1990 (alla vigilia delle prime limitazioni negli Usa) fino ad oggi hanno portato alla ribalta materiali diversi: il bismuto, con densità appena inferiore al piombo e ottime performance, è stato scartato per il costo eccessivo, così il molibdeno, balisticamente ancor più efficace, ma divenuto nel tempo troppo costoso; le leghe di tungsteno e polimeri sono state abbandonate dalle case produttrici a vantaggio di leghe dello stesso con altri metalli (nickel e ferro). La ricerca va nella direzione di leghe di tungsteno con bronzo e ferro, ma anche con rame, nickel, stagno, acciaio e silicone. La normativa attuale per le nuove cartucce con steel-shot (letteralmente pallini in acciaio, anche se il materiale impiegato è ferro) prevede una durezza del pallino misurata al cuore uguale a 100 Hv o inferiore, mentre molte delle nuove leghe presentano durezza superiore.
Le cartucce steel-shot sono attualmente prodotte in due tipologie principali: ad alte prestazioni ed ordinarie. Le munizioni ad alte prestazioni possono essere sparate soltanto con canne predisposte per l’adozione di pallini di ferro (che rappresentano la quasi totalità della produzione di serie) e sono contraddistinte da una punzonatura specifica (l’emblema del giglio di Francia) che ne dichiara la verifica con pallini in acciaio a 1320 bar. I fucili di recente fabbricazione, che sono testati a pressioni analoghe e sono privi di punzone specifico, possono essere inviati al Banco nazionale di prova per essere provati e punzonati.
Le cartucce steel-shot ordinarie sono, invece, destinate a chi possiede un’arma datata. Naturalmente le prestazioni sono balisticamente più modeste, tuttavia non si è costretti a cambiare fucile per forza! Per queste armi l’alternativa al piombo è rappresentata anche da munizioni con pallini al bismuto o in leghe di tungsteno e polimeri, assimilate al piombo come prestazioni rispetto all’arma.
Vi sono diverse cose che è bene sapere sulle munizioni steel-shot. Il tiro utile si accorcia, come si è detto: il pallino ha maggiore velocità iniziale, il pallino non deformabile è più aerodinamico, ma perde velocità sulla distanza. Anche la rosata, solitamente allungata, si riduce quasi del 50% e risulta più compatta, con ottima densità, ma dimezzata nel diametro. Le rosate più concentrate richiedono mira attenta, ma portano più pallini sul bersaglio, compensando la minore penetrazione dell’acciaio rispetto al piombo. L’efficacia letale, data la rigidezza del materiale è inferiore: aumenta la penetrazione alle distanze brevi, cala l’efficacia penetrante a quelle medio-lunghe. La distanza ottimale per selvatici di media dimensione (come l’anatra o il fagiano) si situa tra i 15 e i 20 metri con cartucce normali e fino a 40 con cartucce ad alta prestazione: in sostanza, a parte la maggiore attenzione nella mira, si tratta di performance assolutamente accettabili in campo venatorio. Va ricordato che per mantenere rosate soddisfacenti il diametro dei pallini non deve essere troppo elevato quando si spara con piccoli calibri: il limite consigliabile per il calibro 20 è il 5, mentre per il calibro 28 sarà sconsigliabile andare oltre il piombo 8 o 7,5. È giusto ricordare che anche la pericolosità (teorica) aumenta: dove il pallino di piombo si deformava o urtando perdeva efficacia, il pallino di ferro resiste e devia o rimbalza indietro, a seconda dell’angolo d’incidenza e del tipo di superficie. In realtà, dato che l’adozione dell’acciaio nel nostro Paese riguarda soltanto le zone umide, i rischi di dirigere i pallini su superfici rigide è piuttosto limitato.
In conclusione, l’introduzione di munizioni con pallini alternativi al piombo non è una tragedia, anche se apre una nuova epoca e impone un aggiornamento tecnico inedito agli armieri e a tutti i cacciatori consapevoli. Occorre conoscere bene i materiali impiegati e le caratteristiche balistiche di ogni cartuccia di nuova generazione (senza piombo) per sapere con certezza con quali armi è compatibile.
È consigliabile inoltre provare sul campo (di tiro) la differente impostazione di tiro (tempo d’imbracciatura, distanza d’impatto e anticipo) imposto dalle rosate delle nuove munizioni. Ma soprattutto è indispensabile seguire passo passo l’aggiornamento nella produzione da parte delle fabbriche di cartucce, il cui impegno maggiore per i prossimi due anni sarà certamente nella ricerca di un compromesso tra costi e prestazioni. Infatti, a giocare a favore della ricerca di materiali alternativi, è arrivata anche l’impennata del prezzo del piombo, cresciuto in misura esponenziale alla fine del 2007, che ha rimesso in gioco leghe e metalli in precedenza considerati troppo costosi e oggi tornati ad essere competitivi. In sostanza, se pure a malincuore e spinto controvoglia, il mondo delle armi e delle munizioni si appresta ad una nuova importante fase di ricerca che non potrà che produrre importanti realizzazioni sul piano tecnico. Seguiamolo con attenzione.
Alex Guzzi
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