QUEL VOLANTINO COSÌ INDIGESTO AI CACCIATORI

UN VOLANTINO ha fatto arrabbiare i cacciatori. Perché? Semplice: li fa passare per avvelenatori di cani, gatti e altri animali cosiddetti nocivi. Il depliant è stato diffuso nei giorni scorsi dal centro servizi per il volontariato della Provincia insieme alle associazioni Volabo e Lac «nell’abito del progetto – spiega il volantino – per sensibilizzare gli abitanti della Valle del Reno sul problema delle esche avvelenate». I cacciatori si sono indignati e respingono le accuse contenute nella pubblicazione che afferma: «I luoghi oggetto di ripopolamento della selvaggina dove principalmente si distribuiscono i veleni sono le Zrc (zone di ripopolamento e cattura), le aziende faunistico venatorie e le aziende agrituristico venatorie». La pubblicazione ha fatto arrabbiare Antonio Checchi, presidente provinciale dell’Ente produttori selvaggina, l’associazione che riunisce le aziende faunistiche private. Checchi minaccia azioni legali e replica: «II depliant insieme ad utili informazioni e condivisibili espressioni di allarme per il fenomeno criminale dei bocconi avvelenati, contiene affermazioni lesive dell’immagine dei gestori di aziende venatorie, destituite di ogni fondamento. Le aziende sono indicate come luoghi in cui si farebbe largo uso di bocconi da parte di avvelenatori di professione in funzione della preparazione del territorio alla immissione di fagiani di ripopolamento in prossimità dell’apertura della caccia. L’accusa non è soltanto falsa ma in palese contraddizione oltre che con il buonsenso anche con le direttive e le prassi seguite dalle aziende venatorie, le quali sono in prima linea nella difesa dell’ambiente».

CARLINO BOLOGNA – 15/04/09

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