La Cia – Confederazione italiana agricoltori ha effettuato un sondaggio su come viene percepito dai cittadini italiani il ruolo del settore primario e su quali, secondo i nostri connazionali, potrebbero essere gli strumenti da utilizzare per garantire margini di crescita e competitività. I primi dati della ricerca sono stati presentati nel corso della quarta Conferenza economica a Lecce.
“I cittadini italiani corrono in aiuto dell’agricoltura. Oltre otto su dieci (84 per cento) – si legge nel comunicato stampa diffuso dalla Cia – affermano che l’attenzione delle istituzioni nei confronti degli agricoltori è molto bassa e che c’è l’esigenza di nuove politiche, di interventi incisivi a favore delle imprese agricole. Non solo. L’82 per cento è favorevole ad accordare un sostegno finanziario agli imprenditori agricoltori per garantire produzioni “made in Italy”, di qualità, tipiche e legate al territorio”.
Il 56 per cento degli intervistati, inoltre, afferma di essere disponibile a pagare il 10 per cento in più i prodotti agricoli nazionali se coltivati in modo da non aggravare il cambiamento climatico, e più di nove su dieci sono, invece, fortemente contrari all’introduzione di Ogm nelle coltivazioni nelle nostre campagne.
“Insomma – assicura la Cia – i cittadini italiani credono nell’agricoltura e dimostrano preoccupazione (88 per cento) per il calo dei redditi degli agricoltori e per il rischio che tale fattore possa provocare un ulteriore abbandono delle campagne, con la conseguente chiusura di imprese, come è avvenuto negli ultimi dieci anni per oltre 500 mila realtà aziendali”. I dati evidenziano quindi che il 90% degli interpellati considera l’agricoltura un elemento importante per l’avvenire, e non sembra gradire affatto l’attuale politica per il settore primario, che mancherebbe di incentivi per i giovani che intendono lavorare in agricoltura: “un problema grave che può “impoverire” il settore e far crescere la nostra dipendenza alimentare dall’estero”. Una possibilità, questa, che si scontra con la diffidenza degli Italiani nei confronti delle importazioni e della produzione estera in generale (soprattutto quella Cinese o del grande paese asiatico).
“La stragrande maggioranza degli intervistati (il 92 per cento) – prosegue il comunicato Cia – ritiene assolutamente necessaria un’etichetta “trasparente” in cui sia indicato chiaramente il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti”.La quasi totalità degli italiani (nove su dieci) vuole massima sicurezza alimentare e chiede misure efficaci per reprimere sofisticazioni e adulterazioni dei prodotti. La sicurezza è, quindi, al primo posto nelle scelte alimentari.
Gli intervistati hanno inoltre affermato di apprezzare i controlli, ma tenendo sempre alta la vigilanza.
Altro dato rilevante emerso dal sondaggio è la correzione della Politica agricola Ue, che andrebbe indirizzata al fine di tutelare le produzioni mediterranee.
Dalla ricerca della Cia, comunque, emerge con forza che per gli italiani si deve puntare su due grandi priorità in materia di politica agricola: i prodotti (8 su dieci) devono essere di qualità, sani e non pericolosi; agli agricoltori (7 su dieci) vanno assicurati prezzi ragionevoli per poter continuare a produrre.
Arianna Biagi
