EMILIA-ROMAGNA. ANIMALISTI E CACCIATORI INSIEME A DIFESA DEL CANE

“Quando si tratta di solidarietà, in questo caso in favore di uomini e animali, le divergenze, per quanto profonde, si appianano”: così ha esordito Giuliano Maini, presidente della Sezione comunale FIdC di Bologna, alla conferenza stampa di presentazione del progetto “A caccia di una seconda vita – una seconda opportunità di vita ai cani cacciatori”, svoltasi a palazzo D’Accursio nel capoluogo felsineo. L’obiettivo del progetto, iniziato ad aprile, è dare una seconda possibilità di vita ai cani che non riescono più a cacciare o che non possono più essere tenuti dal proprietario cacciatore; per questi ausiliari ci sarà la possibilità di avere un’altra opportunità. Due associazioni animaliste, Animal Liberation e Le Terre del branco, si adopereranno per l’adozione presso famiglie o per la formazione del cane stesso per progetti di pet therapy o didattica scolastica.

A fare gli onori di casa c’era Luca Rizzo Nervo, assessore comunale alla Sanità, che ha esposto alcuni punti dell’iniziativa e ha ringraziato le associazioni che hanno aderito dando ulteriore lustro a Bologna. Patrizia Capozzi, curatrice del progetto di Unità intermedia Città Sane (relazione uomo-animale) ha evidenziato il significato del progetto: “Nato come estensione della campagna contro l’abbandono degli animali e frutto anche di un sondaggio effettuato lo scorso anno, si propone di stilare una statistica dei cani utilizzati per la caccia a Bologna, nonché la verifica della microchippatura del cane stesso, strumento obbligatorio e di prevenzione dell’abbandono, a tutela dell’animale. Al nostro invito le associazioni qui presenti hanno risposto con entusiasmo”.

Luca Cardarelli, curatore del progetto Unità intermedia Sport (rinnovo tesserini della caccia) ha spiegato gli aspetti operativi, come la preparazione della modulistica ad hoc con i dati del cane che il cacciatore dovrà compilare al momento del rinnovo del tesserino. Lilia Casali, presidente dell’associazione Animal Liberation che gestisce il canile comunale, ha auspicato “l’allargamento della proficua collaborazione tra un’associazione animalista e il mondo venatorio ad altre realtà. Il progetto prende le mosse da una legge regionale dell’88 che prevede la rinuncia di proprietà di un animale, e grazie a questa alternativa civile all’abbandono o alla soppressione è possibile destinare il cane ad altre attività o prendersene cura in apposite strutture”. “Il nostro compito – ha detto Nicola Di Pardo, istruttore cinofilo dell’associazione Le Terre del branco – sarà ricreare una nuova funzione al cane da caccia sfruttandone l’innata affabilità”. Una sensibilizzazione sul progetto indirizzata a tutti i cittadini e non solo ai cacciatori è stata la proposta di Maini, che ha informato i presenti dell’esistenza di una struttura di quartiere gestita dalla FIdC proprio con le stesse finalità. Daniele Bugliesi, presidente della Sezione provinciale Arci caccia di Bologna, ha definito “ormai maturo il mondo venatorio per questo tipo di iniziative, che sono necessarie ancor di più in presenza di un generale invecchiamento dei cacciatori, non più in grado di prendersi cura di chi li ha accompagnati in tante avventure per difficoltà fisiche o economiche”.

A completamento del progetto si prevede la realizzazione di un libro a cura dell’editore Format – Bo dal titolo “A caccia di una seconda vita”, raccolta di storie di cani, scritte in prima persona dai cittadini e dai cacciatori che vorranno dare il loro contributo letterario mettendosi nei panni dell’animale.

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