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CACCIA E CINOFILIA A PISA

CACCIA E CINOFILIA A PISA

Ricerca e valorizzazione  dell’associazionismo  nel progetto targato Federcaccia, Facoltà di Veterinaria dell’Università di Pisa e Enci

Un progetto per la cinofilia , presentato da sigle prestigiose come quella della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Pisa, dell’Enci, della Federcaccia e  che punta a coniugare ricerca e attività sul campo: è solo una parte del cammino avviato a Pisa, con una prima importante tappa affidata ad un seminario di presentazione della ricerca “ Gestione genetica del Bracco Italiano “.

L’iniziativa è stata seguita con particolare interesse per l’elevato livello qualitativo delle comunicazioni svolte dalla Dott.ssa Roberta Ciampolini e della Dott.ssa Francesca Cecchi, del Laboratorio di Biotecnologie Genetiche,  della Facoltà di Medicina Veterinaria, uno dei pochi laboratori  accreditato ENCI.

A volere la ricerca la SABI, Società Amatori del Bracco Italiano: un approccio che ha consentito di dettagliare e meglio conoscere la variabilità genetica presente oggi all’interno della razza, un patrimonio originale ed al contempo prezioso, da conoscere a fondo per essere gestito, ed assolutamente da difendere, da preservare e da far evolvere per gli anni a venire.

“La Federcaccia pisana – ha commentato il presidente della sezione provinciale Marco Salvadori –  è, per rimanere in tema, geneticamente sensibile ai temi  della cinofilia venatoria; di qui l’impegno per una sempre maggiore attenzione a questo comparto, solo apparentemente “parallelo”, in realtà di fondamentale importanza per moltissimi cacciatori, che prediligono la caccia con cani da ferma o da seguita. L’evoluzione della Variabilità Genetica all’interno della razza, l’andamento del livello medio della consanguineità nelle ultime generazioni ed il monitoraggio di questo stesso per il futuro, così come l’incidenza di alcune patologie a base genetica, sono aspetti fondamentali per una corretta gestione della razza”.

Un’attenzione testimoniata dall’accento posto -nei messaggi inviati alle istituzioni n questa fase di rinnovo del Piano Faunistico Provinciale – sull’importanza strategica della cinofilia venatoria. “Riteniamo sia venuto il momento di favorire una valorizzazione delle numerose iniziative e prove, che si disputano nell’ arco dell’anno – spiega Salvadori – momenti voluti dalle normative ma allo stesso tempo strumenti di selezione e miglioramento delle caratteristiche  di preservazione delle razze cinofile, occasioni di verifica  dei risultati zootecnici. A trarne beneficio alla fine  sarà l’intero settore  dell’allevamento nazionale”.

Per intrecciare in concreto ricerca e lavoro sul campo, la Federcaccia, assieme agli altri importanti partner di questa scommessa, mette in campo idee e progetti.

Dopo il successo della prima iniziativa sul bracco si punta adesso all’allargamento di questo tipo di conoscenza ad altre razze d’interesse venatorio, partendo da quelle maggiormente diffuse tra i cacciatori. Non c’è solo l’obiettivo divulgativo, ma anche la sollecitazione di un maggiore sensibilità culturale, con ricadute sulla caccia vissuta, in cui, l’accresciuta consapevolezza degli aspetti scientifici promuove la  sicurezza sanitaria e le competenze genetiche per contribuire al miglioramento delle razze.

Al contempo si lavora per dotare il territorio di “palestre” dove affinare il lavoro dei cinofili: zone che, con una regolamentazione appropriata, possano consentire un livello di pratica appropriato e sinergico al lavoro svolto dal mondo della ricerca. Un’iniziativa peraltro non trascurabile sotto il profilo dei ritorni  economici per il territorio e per il sostegno al reddito da  turismo nelle aree collinari.

Documento di approfondimento

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