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FATTI E NON PAROLE

FATTI E NON PAROLE

Ad un anno dall’approvazione della legge regionale 26/2012,che ha provocato un impasse dell’attività venatoria in Campania, i cacciatori della regione sono stati mortificati e umiliati dall’immobilismo della classe politica dirigente regionale che ha gettato nel caos l’attuale situazione venatoria.
I cacciatori sia pure con un pizzico di sacrificio economico erano riusciti ad assicurarsi l’esercizio venatorio nel rispetto di tutte le zone protette all’attività migratoria sull’intero territorio regionale, costituendo di fatto un solo ambito venatorio regionale (limitato alla selvaggina migratoria).
Si tratta di due modifiche legislative che portavano ordine e disciplina all’esercizio della caccia in Campania adottate però con un certo ritardo, ritardo che ha dato la possibilità di impugnare la legge regionale ad opera dei soliti “difensori” dell’ambiente.
Tale caos può essere immediatamente cancellato solo se si tiene presente che i termini di entrata in vigore della legge erano stati erroneamente indicati a partire dal 2012 per l’attività di caccia alla selvaggina migratoria, laddove bisognava indicare l’anno 2013.
Questa modifica spiega la sua efficacia dal 2013 sempre che il legislatore regionale pressato dai soliti anticaccia non ritenga di abrogarla, provocando però la rivolta dei cacciatori e delle associazioni venatorie.
Grazie alla pressione delle associazioni venatorie -in particolare dell’ANLC- si era riusciti a dare la rappresentanza negli organismi di gestione a tutte le associazioni venatorie riconosciute e presenti nel comitato tecnico faunistico nazionale, cancellando la vergognosa decisione di dare la rappresentanza solo alle prime tre associazioni venatorie ,in evidente contrasto con le norme di legge nazionale (art.8 legge 157/92).
Questo quadro di assestamento venatorio nella regione è però contestato e minacciato dalla presidenza del consiglio dei ministri con osservazioni di illegittimità di alcuni articoli che lasciano il tempo che trovano perché in atto da parte del nuovo governo un disegno di legge per la eliminazione totale delle province, il che si inquadra perfettamente nella situazione creata dalla legge regionale Campania approvato lo scorso luglio la 26/2012.
Bisogna con forza procedere alla immediata emanazione del calendario venatorio che registra allo stato attuale un ritardo illegittimo ed inspiegabile, nonostante i ripetuti inviti inoltrati alla dirigenza dell’ufficio caccia della regione Campania, con diffide e proteste dei cacciatori e in generale da tutte le associazioni venatorie, per mettere a tacere le vanterie di qualche sparuto cantastorie.
Auspichiamo infine che l’avvento del nuovo assessore alla Caccia,l’onorevole NUGNES (novella Diana cacciatrice) possa portare una ventata di ottimismo e di impegno per tutto il movimento venatorio Regionale.
L’incontro che si terrà il prossimo 16 luglio deve vedere ancora una volta l’unita’ delle associazioni venatorie e non l’unificazione delle stesse, perché siamo da sempre protesi a marciare insieme con gli altri senza mai rinunciare al patrimonio associativo e alla nostra storia di combattenti per la libertà di caccia.
L’Ufficio Stampa ANLC Campania

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