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SI ROMPE L’INTESA TRA PROVINCIA DI BELLUNO E CACCIATORI DELL’ALPAGO

SI ROMPE L’INTESA TRA PROVINCIA DI BELLUNO E CACCIATORI DELL’ALPAGO

Non c’è accordo tra la Provincia di Belluno e i cacciatori dell’Alpago circa i provvedimenti di inasprimento delle regole in materia di caccia, né sui modi assunti da parte delle istituzioni.
Da una parte i cacciatori alpagoti accusano la Provincia di aver preso le decisioni senza un confronto preliminare, e dall’altra Palazzo Piloni risponde accusando i cacciatori di non aver partecipato a un incontro dove a quelle decisioni si era arrivati dopo una discussione che aveva coinvolto riserve di caccia e associazioni venatorie belllunesi. I rappresentanti delle cinque riserve alpagote hanno deciso di “rassegnare le dimissioni” interrompendo ogni rapporto di collaborazione con la Provincia e sciogliendo, seppure a malincuore, anche il Distretto dell’Alpago. E dire che negli ultimi 20 anni, tra cacciatori dell’Alpago e Provincia, vi era stata grande collaborazione su tutto: dalla stesura dei regolamenti tecnico-gestionali al volontariato, dalla gestione del territorio alla crescita di tutto il movimento della caccia bellunese. “Perché – si domanda Angelo Fullin, presidente della riserva di Tambre, sulle pagine del Corriere del Veneto – invece di penalizzare tutti i cacciatori, compresi quelli che si sono sempre comportati bene, rispettando a pieno le regole e amando questa passione come non mai, non si è pensato di punire in maniera più dura soltanto chi sbaglia?”. “Nessuna vendetta contro pochi – ha replicato il vicepresidente della Provincia, Silver De Zolt – Tutto è stato proposto, discusso e deliberato non dalla Provincia, ma assieme allo stesso Comitato per la sicurezza, il cui scopo fondante è tutelare la salvaguardia di tutti i cittadini”.
A.B.

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