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Slug, questione  di piombo

Slug, questione di piombo

Gettando uno sguardo sui materiali dei nostri proiettili da battuta riscontriamo una differenza importante: i Foster sono rigorosamente in metallo dolce, quelli della categoria dei Brenneke sono induriti con antimonio, con risultati molto diversi.

Se gettiamo uno sguardo sui materiali dei nostri proiettili da battuta, tra i tipo Foster e alcuni altri c’è da segnalare una differenza non da poco: i Foster sono rigorosamente in piombo dolce, quelli della categoria dei Brenneke (quindi dotati di timone) sono in piombo indurito con antimonio e tutto questo comporta un risultato terminale significativamente diverso. Negli Usa il problema è portare a casa 120/150 libbre di un cervo mule deer che madre natura ha rivestito di una pelle sottile ricoperta da un fitto pelame; un’altra cosa per il cacciatore europeo è fermare bestie massicce e vitali dotate di una cute spessa, setolosa, ben equipaggiate di adrenalina da mettere in gioco quando è il momento.

Contro un grosso incavolatissimo verro

È vero che un grosso incavolatissimo verro inseguito dai cani si può fermare anche con un Foster di piombo dolce, ma vorremmo capire perché dovremmo preferirlo a un Brenneke o a un Gualandi, davvero qualcosa di più tosto che a priori si deforma poco su setole e cute, e magari va avanti nei tessuti molli, nei muscoli, aprendosi forte del proprio diametro un canale come quello che produce una palla del .30 da carabina quando s’è espansa al massimo. Non è un mistero che questi due ultimi tipi di slug, a distanza usuale di battuta, attraversano e talvolta fuoriescono dal corpo di un grande verro abbattendolo sul terreno con gravi danni: ne abbiamo recuperati dalle carcasse, relativamente poco deformati quanto basta per esserne convinti.

D’altro canto siamo rispettosi delle idee di chi preferisce il .30-06 (o il .308), pur lasciando la nostra carabina debitamente a casa a far parete, né vogliamo aprire un discorso sulla sua reale utilità o meno in battuta, e passiamo senz’altro a esaminare le caratteristiche di alcuni slug.

I comportamenti balistici degli slug

Oltre ai Foster che Winchester, Federal, Remington producono e utilizzano per i loro caricamenti acquistabili anche nelle nostre armerie, la Baschieri & Pellagri utilizza come componente un Foster prodotto in Usa per apprestare la sua linea Big Game.

Questi proiettili hanno diametri che variano da .690 a .698″ (mm. 17,52 a 17,72), in particolare i Remington e i Federal sono quelli che misurano di meno, recano tutti dodici rilievi obliqui sulla superficie cilindrica in piombo puro, tendono ad appiattirsi su consistenze medio/basse di un bersaglio.

Considerato che in Europa sono stati da sempre privilegiati proiettili più duri e pesanti della classica oncia Foster americana, ora anche Winchester propone la palla del 12 Brenneke Emerald di 34 grammi per ottenere una carica più adatta al cinghiale e ai grandi cervidi di quel continente.

I Foster sono tuttavia ancora i più usati oltreoceano, e una serie di cinque proiettili del 12 sparati attraverso la canna di un pompa, cilindrica o cilindro modificata, dotata di tacca di mire e mirino, consente ai cacciatori gruppi che stanno in due pollici a 50 yarde.

Tutto ciò configura una accuratezza valida, neppure troppo divergente da quella di una carabina, e che consente di farsi il cervo virginiano fino a 100 metri con una energia residua di 100 kgm a questa distanza, giusti per ottenere lo stopping power. Il Foster classico di gr. 28, 35 importato dalla Baschieri & Pellagri è caricato con un procedimento innovativo, infatti subito dopo la coppa copripolvere è previsto del granulato plastico a forma circolare che preme direttamente sull’anello finale della tunica e sulla cavità, sembra con vantaggi nella riduzione del danneggiamento durante la fase di transito in (e dalla) canna. In effetti, almeno da alcune prove ufficiali condotte con canna manometrica a costrizione 0, si ottiene un’accuratezza di poco ma superiore ad altri caricamenti con slug dello stesso tipo.

Per selvatici più ostici o addirittura pericolosi, abbiamo detto, bisogna passare ai Brenneke o ai Gualandi, entrambi diffusi anche in Canada e Usa, regioni che hanno offerto un importante banco di prova per abbondanza e varietà di grossa selvaggina.

Questi hanno uno spessore anteriore ben maggiore di quello di un Foster, e sono composti da una lega di piombo con almeno il 5% di antimonio: sono pensati con l’intento di risparmiare energia altrimenti necessaria alla loro deformazione per cederla nei tessuti del selvatico con un largo distruttivo canale. Al contrario, i Foster scaricano la loro energia nella prima metà del percorso intracorpore, precisi e micidiali se raggiungono subito un organo importante, ma soggetti ad appiattirsi presto come una moneta e quindi non in grado di far fronte a consistenti sistemi ossei. La Balle Fleche Sauvestre, infine, rimane un’alternativa sottocalibrata in sabot per la canna liscia, è un proiettile ad elevata (rispetto agli slug) densità sezionale che con l’artificio di una coda allungata in polimero dotata appunto dei quattro timoni, si mantiene in traiettoria pur mancandole il moto giroscopico impresso da rigature di canna.

La casa che l’ha licenziata fa rilevare la buona Energia Sezionale che la colloca vicino ai proiettili oblunghi da canna rigata, inoltre sottolinea la possibilità dei due segmenti in polimero del sabot di resistere senza problemi fino a pressioni di 1.350 bar, infine evidenzia l’assenza di impiombamento della canna.

Da un esame sperimentale su materia inerte (gomma telata) abbiamo rilevato che la parte anteriore, molto indurita, all’impatto tende a disperdere buona parte del metallo.

Il costruttore considera positiva questa sua caratteristica ai fini dell’abbattimento, per l’effetto lesivo che il proiettile, predisposto a produrre frammenti, ha nel corpo del selvatico. Inoltre, fa rilevare che l’Energia Sezionale di una Balle Fleche a 30 m. dalla bocca è superiore di almeno tre volte rispetto a uno slug convenzionale e fino a questo punto non possiamo dargli torto. Tuttavia l’Energia di Superficie favorisce sopratutto la penetrazione, che nei calibri minori bisogna ridurre appunto con artifici quali l’espansione o la frammentazione.

In antitesi, l’altra teoria di Brenneke, molto vecchia ma gratificata dai risultati, è quella del calibro grande tutta canna (mm. 18,5) di un proiettile che rimane integro e che cede durante il largo canale aperto nel corpo del selvatico tutta la sua energia, anche se talvolta fuoriesce.

Un’accusa infondata

Vorremmo aggiungere una cosa: le cartucce originali con il sottocalibrato Balle Fleche appaiono sorprendentemente ragionevoli nei confronti della spalla, e allo sparo sorge spontaneo un immediato, favorevole confronto con tutti gli altri proiettili per canna liscia: evidentemente l’azzeccato tipo di polvere e un effetto camera di espansione del sabot producono tutto questo. Spesso la categoria degli slug è un po’ partigianamente accusata di subire la vegetazione fitta e deviare su arbusti e rami. Negli Usa oltre a prove su materiale di laboratorio che soffrono di una convenzionale uniformità di risultati, è stato fatto un test informale sul campo ma assai più indicativo, ponendo tabelle con bersagli a 50 yarde coperte da frasche di compatto legno di olmo distanti 10 yarde dal bersaglio e 40 dal tiratore. Ebbene i proiettili più soggetti a deviare, anche di una trentina di centimetri dal punto mirato erano i Bri, i lunghi sottocalibrati a clessidra in sabot stabilizzati dal moto giroscopico prodotto da canne del 12 a rigatura totale. Andavano meglio i Foster, sia pure con limitazioni a causa della struttura in piombo dolce perché potevano deformarsi a contatto coi rami più spessi. L’ultima prova coi Brenneke magnum di 39 grammi dimostrava che gli stessi si mantenevano sulla traiettoria anche se colpivano un ramo di buon diametro con la spalla della loro ogiva.

SERGIO PIERACCINI

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