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LA PROVINCIA DI PERUGIA CHIEDE LA DEROGA PER IL FRINGUELLO

LA PROVINCIA DI PERUGIA CHIEDE LA DEROGA PER IL FRINGUELLO

La Provincia di Perugia chiede di attivare procedure per  la deroga alla caccia al fringuello. Questa è la proposta che giunge dalla terza Commissione consiliare provinciale presieduta da Luca Baldelli. La riunione avviene a seguito di un ordine del giorno in materia che porta la firma dei consiglieri Enrico Bastioli (Socialisti e riformisti) e Massimiliano Capitani (Pd) i quali chiedono, appunto, di “attivarsi con le Province e Regioni limitrofe per definire un percorso virtuoso che possa in tempi certi prevedere il prelievo in deroga alla specie fringuello”. Ricordiamo che lo scorso 20 agosto sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le modifiche alla legge 157/92 (articolo 19-bis) recentemente approvate dal Parlamento con gli adempimenti alle leggi comunitarie, ed ecco che la richiesta della Commissione si inserisce in questo contesto. Per Franco Granocchia (Idv), che è anche il consigliere delegato alla caccia, “questo ordine del giorno giunge al momento giusto. Dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per sostenere il mondo venatorio – ha aggiunto – visto che nella nostra regione il settore muove un giro di affari per 1,5 miliardi di euro, se si considera la caccia ed il suo indotto”. Ai lavori hanno partecipato anche i dirigenti provinciale  Roberta Burzigotti e regionale Umberto Sergiacomi. Per quest’ultimo “la norma stabilisce che l’unico parere valido sia quello dell’ISPRA. La procedura prevede di specificare il numero di capi giornalieri ed annuali da abbattere per ciascun cacciatore, fermo restando la necessità di predisporre una autorizzazione nominativa per i cacciatori che potranno abbattere tale selvaggina migratoria. Tuttavia un invito alla prudenza è d’obbligo in quanto l’ISPRA a livello nazionale dovrà determinare il censimento della selvaggina in deroga per poi ripartire la modica quantità alle varie regioni”. Per Roberta Burzigotti “va fatto un monitoraggio dei fringuelli perché si tratta di una specie in diminuzione. Bisogna, quindi, calibrare gli interessi dei cacciatori con quelli ambientali. La fauna – ha concluso – va salvaguardata anche per gli stessi cacciatori”. Questo concetto trova d’accordo anche Laura Zampa (Pd).

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