TOP-MENU

cinghiale

SARDEGNA, SELVATICI INCUBO PER AZIENDE AGRICOLE: SERVONO INTERVENTI TEMPESTIVI

La fauna selvatica rappresenta un problema per le aziende agricole. Per questo Coldiretti chiede da tempo un censimento come punto di partenza per adottare delle politiche serie e concrete per poter governare il fenomeno.

La situazione attuale è che molte aziende agricole (allevatori, contadini, pescatori), ubicate in diversi territori della Sardegna sono in balia dei selvatici. Altre, tante, subiscono dei danni “stagionali” non ingenti ma che comunque creano disagi e costi. Quelle che formalizzano la denuncia dei danni sono pochissime, anche perché vanno a scontrarsi con una sistema farraginoso e burocratico che non dà risposte.

La conseguenza che è che la mancanza di richieste di risarcimento porta alla ulteriore riduzione dei pochi fondi stanziati per indennizzare in parte i danni ed è dando motivo alle istituzioni per minimizzare il problema e relegarlo tra quelli insignificanti. La realtà però è un’altra. Coldiretti ha stimato un danno di oltre 100 milioni di euro (in tutta Italia) causato dai selvatici.

I cinghiali, in 15 anni dal 2005 al 2015, sono raddoppiati (dato nazionale), passando da 600mila a 1milione. In Sardegna l’esercito dei cinghiali è di oltre 90mila capi sparsi in tutto il territorio regionale, a differenza di circa 10 anni fa quando invece la sua presenza non era così massiccia ovunque.

Negli ultimi 5 anni la crescita è stata leggermente contenuta anche per via della pressione venatoria che si è concentrata molto sui cinghiali per via della peste suina e per la quasi assenza di altre specie, anche se sta crescendo anche la percezione di un aumento dovuto all’avvicinarsi sempre di più dei cinghiali alle aziende agricole e ai centri abitati e di conseguenza anche alle strade.

Dove arriva il cinghiale oltre ai danni alle colture si constatano anche dei danni ambientali con diminuzione della presenza delle altre specie. Questo avvicinamento è dovuto soprattutto alla ricerca di cibo. Le annate siccitose e l’abbandono da parte dell’uomo dei terreni per via dello spopolamento, con il conseguente aumento della superficie boschiva (negli anni ’40 occupava il 13 per cento, ed era la più bassa d’Europa, oggi siamo al 54 per cento) ha portato i cinghiali ma anche gli altri selvatici a spingersi verso nuovi pascoli e nuove riserve di cibo.

Questo sta comportando gravi danni alle aziende agricole. Recinzioni divelte, erbai arati, colture distrutte insieme alle attrezzatture (tubi dell’irrigazione ecc.). Danni consistenti per via dei quali viene a mancare la stabilità e la certezza delle produzioni: ai pastori mancano i pascoli e agli agricoltori i prodotti da portare nei mercati.

Contemporaneamente stanno aumentando anche i pericoli nelle strade. “Il problema dei selvatici è da tempo una delle priorità che stiamo segnalando alle Regione – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Un problema che si sta incancrenendo in alcuni territori ormai ossessionati dalla scorribande di cinghiali, cervi, cornacchie, nutrie ma anche dai cormorani per i pescatori, perché si distruggono le terre coltivate, si fanno razzia di pesci e prodotti oltre a travolgere recinzioni e diverse attrezzature. Credo che sia chiaro a tutti che si debba trovare una soluzione al fenomeno e che quelli adottati fino ad oggi hanno fallito o comunque non sono adeguati”.

“Per questo riteniamo che si debba partire da un censimento dei selvatici – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – per avere un punto fermo dal quale partire e trovare le soluzioni. Siamo pronti al dialogo e aperti a tutte le soluzioni pur che si tutelino le aziende agricole che devono avere certezza e punti di riferimento fermi”.

,

Le foto presenti su La Dea della Caccia sono in parte prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione potranno segnalarlo alla redazione - info@ladeadellacaccia.it - che provvederá prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.