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UE: LA NUOVA PAC AL CENTRO DEL CONSIGLIO AGRICOLTURA

Il futuro della Pac, gli obiettivi di flessibilità ed equità, le sfide aperte dei cambiamenti climatici e della sostenibilità, la questione del bilancio. Tutto questo è stato al centro dell’ultimo Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura che si è tenuto a Bruxelles.

Il commissario Ue Phil Hogan ha ribadito la necessità di semplificare e ammodernare la Pac, spiegando che la sussidiarietà è la risposta alla richiesta degli Stati membri di avere più flessibilità per gestire meglio le proprie specificità locali. Questo, però, non vuol dire rinazionalizzare: la Politica agricola -ha garantito Hogan- rimarrà comune e sarà garantito il mercato unico europeo.

Nella riforma post 2020 una delle maggiori finalità resterà la creazione di occupazione, con gli aiuti ai giovani, mentre bisognerà intervenire con più sforzi su clima e sostenibilità ambientale, rafforzando al contempo il tessuto socio-economico delle zone rurali.

Il commissario europeo all’Agricoltura ha chiesto a tutti di lavorare per definire la nuova Pac senza rimanere paralizzati dall’assenza di indicazioni sul futuro bilancio Ue.

Hogan ha anche sottolineato che cambierà la governance della Pac, con meno regole e regolamenti e più elasticità: per esempio il numero degli indicatori per monitorare gli obiettivi sarà ridotto della metà e dovranno essere facilmente utilizzabili. In ogni caso, la tempestività dei pagamenti non può essere messa in discussione e sarà garantita.

Sulle misure di mercato, infine, Hogan ha riaffermato l’esigenza di un cambiamento, aggiungendo che con il regolamento Omnibus si è compiuto un primo passo.

Sarà creata una task-force per seguire la riforma nel corso dei prossimi due anni. Intanto la presidenza bulgara ha annunciato che, nel prossimo Consiglio agricolo del 19 febbraio, si parlerà di pagamenti diretti e misure per la tutela dell’ambiente e per lo sviluppo rurale.

“Ci troviamo di fronte a un grande cambiamento, necessario per venire incontro alle richieste dei cittadini e degli agricoltori. Abbiamo dunque bisogno di una Politica agricola comune più semplice -ha detto il ministro Maurizio Martina al Consiglio- che tuteli il reddito di quanti operano in questo settore, dando loro risposte concrete, e che tenga conto anche delle sfide climatiche e della sicurezza alimentare, due temi cruciali”. (Fonte CIA)

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